Destinazioni vicine
Agios Arsenios
Ad una distanza di poche decine di metri dal monastero di Christoù Dasous ed un chilometro da Petaloudes (Farfalle), sorge la maestosa nuova grande chiesa del santo protettore di Paros, Agios Arsenios il taumaturgo.
Questa chiesa è stata fondata nel 1998 ed è stata inaugurata nel 2003. È una basilica a cupola, una variazione del luogo della croce inscritta, con due campanili sulla facciata e propileo.
Sin dal 1980 erano iniziati i lavori per la costruzione di una nuova grande chiesa in onore del santo protettore di Paros Agios Arsenios. Era stato deciso che fosse eretto nel monastero di Christoù Dasous, in cui il santo visse, fu consacrato e morí, e in cui si trova la sua tomba e la chiesetta costruitaci sopra dall’allora arcivescovo di Paronaxia, il beato Cheruvim Aninos. Gli anni passarono e l’anno 1990 guinse qui dalla città di Kilkis, il vescovo (originario di Paros) Monsignor Amvrossios Stamenas in veste di arcivescovo di Paronaxia. Uno dei primi obiettivi fissati dall’arcivescovo fu la costruzione della nuova grande chiesa di Agios Arsenios. Dopo molte avventure, fu deciso che la nuova chiesa fosse costruita sul sito prominente che sorge oggi. I lavori procedettero rapidamente e in breve tempo furono completati grazie alle cure instancabili dell’arcivescovo Sig. Amvrossios, con il sostegno finanziario del Sacro Pellegrinaggio di Ekatontapyliani, con il contributo dell’Associazione “Agios Arsenios” di Atene e, soprattutto, con il generoso contributo di credenti famosi e anonimi.
Il 15 settembre 2002, fu celebrata l’inaugurazione della chiesa con una gloriosa cerimonia, da Sua Eminenza l’arcivescovo di Paronaxia Sig, Amvrossios, alla presenza di un gran numero di credenti.
Oggi si celebrano due Messe (31 gennaio e 18 agosto).
Monastero di Metamorfosi (Christos sto Dasos)
Femminile, cenobitico, del Seicento. Si trova a circa 6 km a sud ovest di Parikia. Il catolico è dedicato alla Trasfigurazione di Cristo, mentre nella parte settentrionale del cortile esterno occidentale è costruita la chiesa del santo protettore di Paros Agios Arsenios (1800-1877), dove si trova anche la sua tomba. La sua sacra reliquia è custodita nel Monastero.
Il complesso edilizio di proprietà della famiglia di Nikos Mavrogenis fino al 1793, quando sua moglie e i figli lo dedicarono alla Chiesa Municipale di Panagia Ekatontapyliani, i cui commissari e le autorità di Parikia, decisero nel 1805 di fondare un monastero cenobitico. Tuttavia, dopo la morte di Agios Arsenios (1877) il monastero adottò una forma monastica più libera. Infine, dal 1977 in poi funziona come monastero cenobitico, con madre badessa la santissima monaca Arsenia Tsantouli e con solo tre monache.
La fondazione e il riordino del Monastero di Cristo si devono all’abate del Monastero di Agios Georgios Lagadas-Marpissis Sig. Kyrillos Papadopoulos (1745-1833). Il monastero è anche chiamato Agios Arsenios, perché qui vi morì il 31 gennaio 1877, essendo stato padre spirituale dei monaci ed abate del Monastero di Agios Georgios Lagadas-Marpissis.
Torre degli Alissafidi
Ad una distanza di 500 metri da “Petaloudes” (“farfalle”), in cima ad un piccolo colle, domina la mitica Torre degli Alissafidi. Oggi è abbandonata e funge da dimora delle creature di Dio.
La tradizione vuole che:
Durante l’occupazione turca, vivevano nella torre 12 fratelli con la loro sorella. Il loro cognome era Alissafis.
Un pomeriggio d’autunno, dei pirati algerini arrivarono sulla costa occidentale dell’isola. Il loro obiettivo era quello di rapire l’unica sorella degli Alissafidi e la ricchezza della famiglia.
Dopo una forte resistenza e dopo un assedio di parecchi giorni, i pirati pur d riuscire ad occupare la Torre interruppero l’approvvigionamento idrico dalla sorgente delle “Farfalle”. I fratelli, disperati, anziché consegnare la sorella nelle mani a degli atei e ad individui di un’altra razza, preferirono ucciderla e condurre un’uscita eroica. Durante l’uscita dalla Torre, tutti i 12 fratelli furono tragicamente uccisi dai pirati.
All’interno della Torre abbandonata c’è un’ iscrizione marmorea che ne cita la fondazione.
FONTE: Nikiforos G. Kipraios (Ta Paria)